Team building in barca a vela
Continuiamo a parlare di team building e gruppo di lavoro: gruppo di lavoro che non si limiti a “lavorare in gruppo”, ma che funzioni davvero.
Abbiamo già accennato a quali variabili siano necessarie per creare un buon gruppo di lavoro, ve le ricordo: obiettivo, metodo, ruoli, leadership, comunicazione, clima e sviluppo.
Il concetto di “obiettivo” è già stato analizzato, oggi affronteremo quello di “metodo”.
Il metodo è la formula magica. La parola d’ordine di ogni gruppo che aspiri a essere o diventare un gruppo di lavoro. Per metodo intendiamo da un lato i principi e i criteri che guidano l’attività dall’altra le modalità che strutturano e organizzano l’attività stessa. Insomma le regole del lavoro.
Non è semplice definire un metodo di lavoro, né tantomeno pianificarlo nelle sue fasi di utilizzo, ma per amore di analisi possiamo declinarlo in cinque attività fondamentali:
- Analisi delle risorse e dei vincoli
- Discussione
- Uso del tempo
- Uso degli strumenti di problem solving
- Gestione del conflitto
Come può una giornata in barca a vela trasformarsi in palestra a questo scopo?
Il metodo
Analisi delle risorse e dei vincoli: per risorse intendiamo tutto ciò che il gruppo ha per svolgere il proprio lavoro e raggiungere l’obiettivo: la barca con le sue vele, l’ancora, gli ormeggi, le competenze dell’istruttore ecc.
Vincolo è tutto ciò che limita e condiziona il gruppo: la scarsa competenza dell’equipaggio, per esempio, o il fatto che la giornata non sia magnifica, o ancora che non tutti siano arrivati puntuali all’appuntamento e ciò comporterà mezz’ora di ritardo sulla tabella di marcia. Vincoli ce ne saranno sempre, in barca a vela, in ufficio, ovunque; sono un dato della realtà presente in ogni situazione. Non si può pensare di eliminare i vincoli, e di per sé non esprimono aspetti e valenze solo negative. Costretti in un ambiente ristretto come la barca, con a disposizione solo ciò che è dato, i vincoli e le risorse si riveleranno intercambiabili: una risorsa potrà trasformarsi in vincolo e viceversa. Sarà necessario attivare la creatività scoprendo che rimanere all’interno di schemi precostituiti non sempre paga.
Discussione: più che l’argomento, qui, si tratta di trovare un metodo per coinvolgere tutti, anche i più timidi, riservati o indifferenti, per superare i silenzi e i fraintendimenti. In barca a vela il linguaggio tecnico diventerà rapidamente il linguaggio della squadra.
Pianificazione dell’uso del tempo: attenzione alle frasi tipo: è mancato il tempo, abbiamo poco tempo, abbiamo iniziato tardi. Nascondono difficoltà ad affrontare i contenuti del lavoro piuttosto che una reale mancanza di tempo. In barca a vela tutto questo non si può fare, si finisce alla deriva o incagliati da qualche parte.
Vivere esperienze così rigorose costringe a pianificare e gestire meglio il tempo che non è mai né troppo né troppo poco ma semplicemente dato.
Uso degli strumenti di problem solving: problemi se ne incontreranno tanti, per issare la randa sarà necessaria coordinazione, e se la vela non va su sarà necessario capire dove sta l’errore. Qui più che mai sarà importante superare la logica della ricerca del colpevole e far progredire quella delle cause. Qui più che mai si toccherà con mano quanto la causa sia sempre più complessa articolata ed estesa di quella che può essere rappresentata dall’azione di un individuo solo.
Guidare una barca a vela impone scelte efficaci ed efficienti , è l’ambiente ideale per sperimentare correttamente gli strumenti di problem solving. Il loro utilizzo è importante anche nella
Gestione del conflitto: dove è necessario capire non tanto chi è stato ma perché è successo, e separare i dati e le informazioni dalle opinioni.
A fine giornata si torna sempre in porto “stanchi ma felici”. Con qualche dolorino, e uno sguardo nuovo. I tuoi colleghi, per esempio, non li aveva mai visti così, sembrano diversi. È che si è diventati tutti quasi amici.
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